La Polinesia è un luogo magico fatto di isole diverse tra loro, ognuna con la propria storia, la propria cultura, la propria unicità.
L’arcipelago a nord est di Tahiti, ad esempio, è uno dei più amati dai poeti e dai pittori poiché non offre solo paesaggi da sogno ma anche avventure incredibili all’insegna dell’arte e della cultura.
Le Isole Marchesi sono dodici e solo la metà sono abitate, ciò può già farvi comprendere la purezza che le caratterizza: piccoli paradisi terrestri incontaminati.
Si tratta del volto meno conosciuto della Polinesia Francese, quasi dimenticato, non perché meno bello ma perché meno ‘’occidentale’’, privo di hotel di lusso e luoghi volti a catturare l’attenzione ma non l’animo del visitatore.
Ecco cosa vedere
Se il vostro desiderio, dunque, è quello di effettuare un viaggio in Polinesia, dopo esservi rivolti ad un’agenzia preparata come Travel Design, fate in modo di trovare del tempo anche per queste isole che, tra le altre cose, sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Ecco le isole principali:
-Hiva Oa, qui è possibile avventurarsi alla scoperta dei tiki monumentali, ovvero delle statue di pietra immerse nella natura dell’isola a testimoniare un ricco passato, proprio di fronte ad essa, inoltre, sorge una piccola isola che ospita una civiltà di artigiani chiamati Tahuata, un ottimo modo per scoprire la località dall’interno;
-Ua Huka o ‘’isola dei cavalli’’, che con le sue enormi rocce vulcaniche a farle da guardia (gli Ua Pou) affascina chiunque;
-Fatu Hiva con la valle di Hanavave e la Baia delle Vergini, luoghi tra i più affascinanti al mondo;
-Naku Hiva, qui i visitatori possono esplorare la baia e la valle di Taipivai, la baia di Melville dove lo scrittore americano cercò tanto l’avventura quanto l’ispirazione e la baia di Hatihe’u di cui si innamorò lo scrittore che inventò il mito dei Pirati e dei Mari del Sud: Robert Louis Stevenson.
Il recupero di sé
Le Isole Marchesi, dunque, offrono tanto e sono le uniche tra quelle appartenenti alla Polinesia francese a sperimentare costantemente un vivace rinnovamento culturale attraverso la rinascita di un mondo che crediamo perduto per via del turismo e della pressione culturale dell’Occidente.
Ma qui non è così, anzi gli antichi canti, le danze, il gusto per l’artigianato e i tatuaggi stanno tornando ad essere la quotidianità ed è per questo che oggi i pahu (ovvero dei grandi tamburi) possono essere uditi nelle valli, come il suono di una natura che non è ancora stata sostituita.